Brocante 2019

“Solo in cio’ che rimane del Paradiso, brulicante di vita che non di pende da noi e’ possibile fare esperienza del tipo di meraviglia che ha forgiato la psiche umana alle sue origini” (E.O.Wilson)

Un altro paradiso

Ispirati dalla frase di Wilson abbiamo deciso di intitolare così la dodicesima edizione di Brocante. La questione che ci siamo posti come base di riflessione e’ stata: e il Paradiso dove è rimasto? Pietro Rosa, poeta della pedemontana friulana, suggerisce questa risposta:“Al di qua e al di La’ Al di qua ogni qualvolta l’uomo l’uomo piega le leggi della fisica, della chimica, della biologia, in una parola del Cosmo, per salvare se stesso e chi ama. Al di di la’ ogni qual volta e’ costretto piegarsi nel dolore dell’ennesima, delle tante perdite, che l’umanità’ ha conosciuto su questo pianeta. Il Circo cerca di giocare con le leggi della fisica e si piega ora al di qua ora al di la’,laddove saggia e incontra il Limite di u paradiso quotidianamente da conquistare.”

L’argomento scelto quest’anno ci ha aiutato a intrecciare tre nozioni che di solito non vengono pensate insieme: l’alterità, ossia il carattere di ciò che è altro da sé, che non è identico e, per estensione, neanche normale; il paradiso, cioè qualcosa che intercetterebbe l’idea utopica di felicità senza limite, di beatitudine; e infine, ovviamente, il circo. Durante l’edizione 2019 di Brocante abbiamo cercato di dire qualcosa sul Paradiso e, soprattutto, sul Circo a partire dalla nozione di “altro”, di qualcosa che non sappiamo definire se non paragonandolo a ciò che ci è familiare. Anzitutto ci siamo resi conto che, prima di ogni cosa, è necessario accettare l’esistenza dell’altro. Cosa non del tutto scontata ai tempi di Bolsonario, Trump e Salvini. Successivamente: cosa può dire il circo oggi sull’alterità? Sicuramente il circo è già stato “altro” da sé: si intitola così, “Altro Circo”, un libro pubblicato in Francia nel 1992, che con questa espressione pretendeva farci conoscere un insieme di avventure artistiche difficilmente definibili altrimenti. Dopo secoli di circo, improvvisamente la controcultura del 1968 aveva fatto comparire un nuovo genere sulla scena artistica, definito da un giornalista solo vent’anni dopo, nel 1985, «Nuovo Circo». In cinquant’anni quel nuovo genere, fatto di ricerca e dall’esigenza di fuggire alle definizioni, si è istituzionalizzato, ha trovato i propri spazi, le scuole superiori e le strutture di diffusione, si è trasformato in quello che chiamiamo circo contemporaneo. La domanda allora è ancora più urgente: questa è una forma d’arte ancora capace di intercettare l’alterità? Dietro la parola Altro si esprime certo l’idea di novità, ma soprattutto l’impossibilità di definire quella stessa novità.Brocante, Incontro Internazionale di Circo Contemporaneo, riflette da sempre sulla possibilità che il circo incontri l’alterità e generi così nuovi modi di agire e di pensare, nuovi mondi, Paradisi. Lo fa rendendo possibile a 150 artisti provenienti da ogni parte del mondo (Australia, Costarica, Brasile, Chile, Argentina, Stati Uniti, Svezia, Finlandia, Islanda, Austria, Francia, Spagna, Irlanda, Belgio, Olanda, Lituania, Messico e Italia) di creare spettacoli, momenti di discussione e condivisione senza limiti o definizioni. In questo senso Brocante non è un festival, è un incontro dove i momenti di ricerca puntano all’Altro rispetto al quotidiano, rispetto al modo di vedere e di produrre circo lungo la normalità del proprio percorso professionale. Per questo Brocante rimane una piccola riserva di Paradiso, dove è possibile la ricerca artistica senza aspettative, dove l’unico obiettivo è la Bellezza. La relazione con le bellezze che la Valcolvera, uno dei Paradisi del Friuli Venezia Giulia, la sinergia con gli abitanti della vallata e con i 10.000 spettatori accorsi nei quattro giorni, anche quest’anno hanno creato lo scenario ideale per l’ennesimo esperimento artistico, fuori da ogni contesto di vendita e promozione di qualsivoglia spettacolo, di un circo senza definizioni possibili. Associazione Brocante, e Jean Michel Guy.