Audiobus

non solo circo in cuffia

Audiobus

di Davide Perissutti

Terminal è un festival creato da un gruppo di artisti: Circo all’inCirca e Zeroidee infatti sono principalmente due collettivi che lavorano in due campi di ricerca tra loro molto differenti. La loro principale attività non è l’organizzazione del festival. Artisti circensi da una parte, artisti visivi dall’altra. Punto di incontro è Terminal, che si definisce così un progetto artistico prima che un festival. Ad accomunare i due gruppi è infatti l’idea di un’arte in grado di offrire un punto di vista diverso sulla realtà, portare lo spettatore lontano dalla sua consueta percezione schematizzata della città. È con questo intento che all’interno di Terminal è nato “Audiobus”, una performance itinerante prodotta dagli artisti Giovanni Chiarot e Renato Rinaldi in collaborazione con la compagnia del Circo all’inCirca, l’attrice Natalie Norma Fella e Autoservizi FVG S.p.A. SAF. Audiobus è una performance multidisciplinare, un tragitto letterario, un percorso inatteso, gremito di suggestioni visive e sonore, di acrobazie, di storie. Tutto accade contemporaneamente, dentro e fuori l’autobus, dove quel che accade nel reale diventa istantaneamente trama del racconto. Alla partenza gli spettatori ricevono un paio di cuffie e una voce narrante li accompagna, li guida, libera la loro fantasia. Le voci e i suoni narrano ciò che il pubblico seduto sull’autobus vede o crede di vedere guardando fori dal finestrino e dentro, nell’autobus. Acrobati e attori generano una nuova realtà e la domanda che presto lo spettatore si fa è quanto ci sia di reale, dove inizi la finzione. Certamente quella coppia di passanti che sta eseguendo un mano a mano sul muretto della rotonda non è reale, ma che dire della ragazza con il vestito rosso che sta distribuendo pasticcini, o del passeggero che è appena salito senza biglietto? Si, perché audiobus è un normalissimo autobus di linea, dove possono salire anche normalissimi passeggeri, che in questo modo prendono inconsapevolmente parte alla performance. Dietro all’autobus la regia, posizionata su un furgone che insegue l’autobus, manda le suggestioni sonore in cuffia agli spettatori seduti in cabina e improvvisamente la realtà si distorce. Ora è possibile vedere ciò che si è sempre distrattamente guardato passando in città con quello stesso autobus. Lo spazio attorno si anima, si popola, si deforma. “In città la vita pulsa. Ma che cos’è la vita in una città?!”. Audiobus è un omaggio a Georges Perec. In effetti richiama in un certo senso l’iperomanzo descritto da Italo Calvino, perché ha la capacità di intrecciare infiniti universi di senso contemporaneamente, tanti almeno quanti sono gli spettatori che stanno indossando le cuffie in quel momento. Una cornice di senso contiene e moltiplica le narrazioni, Audiobus è partito e gli occhi degli spettatori sono puntati sulla loro città, una città che non hanno mai visto prima.

Data pubblicazione: 19-05-2018

Argomento: Novità | Eventi | Spettacoli