Progetto artistico di Laia Picas Rodoreda e Paolo Tonezzer, realizzato in collaborazione con Consell Comarcal del Moianés, Solo But Not Alone, EFEA e Quattrox4 Circo.
“La donna lampada” non è semplicemente uno spettacolo di circo bensì un immaginario surreale; una fonte di ispirazione per progetti creativi. Grazie alla sua estetica il lavoro sulla donna lampada ha permesso la nascita di una relazione tra circo contemporaneo, artigianato friulano ed un progetto di sperimentazione fotografica. “La donna lampada” prende inizialmente vita come progetto personale di uscita dalla scuola di circo Flic di Torino dell’artista Laia Picas Rodoreda. Già all’interno della scuola di circo inizia una collaborazione con l’artista Paolo Tonezzer, permettendo al lavoro di continuare ed ampliarsi oltre i confini della scuola di circo raggiungendo realtà più lontane dal mondo del circo contemporaneo che si lasciano ispirare dall’estetica della performance. Inizia nello specifico un dialogo con l’artigiano Michael Genovese, proprietario di Abat Jour Udine e, contemporaneamente, con L. Ficetti e A. Ferretti, rispettivamente fotografa e videomaker torinesi. Da questo contatto nasce l’idea di una collaborazione che vada oltre la semplice realizzazione dei servizi fotografici, ma che permetta una vera e propria contaminazione tra componente performativa, artigianale e fotografica. Il photoshooting è fonte di ispirazione reciproca in quanto così come “la donna lampada” diventa protagonista del progetto fotografico, anche la fotografa ha il potere di influenzare le scelte stilistiche dell’artista di circo nel processo di creazione: la mostra fotografica nata dal photoshooting è un luogo di sperimentazione grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale, tecnologia con cui si permette al pubblico di andare oltre l’immagine e dentro l’immaginario proposto grazie alla realtà aumentata disponibile sugli smartphone degli spettatori. Lo spettacolo inoltre ha una impostazione molto particolare: nello stesso prodotto artistico si riscontrano contemporaneamente l’estetica tipica del circo, adatta ad un pubblico molto eterogeneo, assieme alla provocazione dello spettatore più adulto e consapevole su un tema filosofico: l'immaginazione critica. Il lavoro infatti prende come punto di partenza il testo della filosofa Marina Garcés (2022) "Imaginación Crítica" per proporre uno sviluppo storico in cui l'immaginazione deve svolgere un ruolo importante come pratica sociale e collettiva per renderci capaci di scrivere la storia che vogliamo. La donna è presentata come un soggetto storico capace di trasformarsi e di spostare i limiti del presente per arricchire il campo delle possibilità umane. (Garcés, Marina. 2022. «Imaginación crítica». «Ecología de la imaginación». Artnodes, no. 29. UOC. https://doi.org/10.7238/artnodes.v0i29.393040).
“La donna lampada” è infine un’ecosistema che assieme a spettacolo, mostra e laboratorio artigianale compie anche un’azione più simbolica e provocatoria tramite la cosiddetta “street guerrilla”. Prima e dopo ogni replica si intende lasciare una abat-jour nel luogo in cui si è tenuto lo spettacolo.